Le novità introdotte dal nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza hanno riguardato anche la prededuzione dei compensi professionali, oggi disciplinata dall’art. 6. 

Tale disposizione, collocata nell’ambito dei “principi generali”, riguarda in particolare il principio di “economicità delle procedure”. Se da un lato ha certamente il pregio di rendere certe situazioni che sotto la vigenza della legge fallimentare apparivano incerte (e così frutto di diverse interpretazioni), dall’altro prende posizione in modo forse troppo semplicistico e penalizzante per professionisti scelti dal debitore.

Il diritto certo talvolta rischia di divenire un diritto ingiusto, che in alcuni casi dovrebbe essere mitigato dall’aequitas.

Si prospettano tempi duri per i professionisti ma Dum vita est, spes est.

Ne parlo in questo articolo pubblicato nel quarto numero di GG24, Diario di Impresa, Diritto e Cultura, predisposto in collaborazione con il Gruppo Il Sole 24 Ore.

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